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martedì 7 agosto 2012

I quattro mori alle Olimpiadi di Londra! Perché i tifosi sardi preferiscono la loro bandiera al tricolore. E qualcosa vorrà pur dire…

Pubblicato il 30 luglio 2012


Li avete visti anche voi? Io credo di sì. Erano lì in forze quando l’Italia ha vinto la medaglia d’oro nel tiro con l’arco. Erano presenti anche nella straordinaria serata delle tre fiorettiste italiane ai primi tre posti. Poi li ho visti pure nella vittoria delle nostre pallavoliste contro il Giappone. Voi li avete visti i quattro mori alle Olimpiadi? Io sì.
Secondo voi, perché i sardi che vanno ad assistere alle gare londinesi si portano dietro la bandiera della loro regione e non quella nazionale? Perché se c’è una competizione in cui la bandiera è tutto, è proprio quella a cinque cerchi. Pongo la questione in maniera semplice e senza avere una risposta da offrirvi. Poi mi chiedo: “Ma io, che bandiera avrei portato?”. Risposta: “I quattro mori”. Perché? Non lo so. Per distinguermi? Per segnare una differenza? Certamente. Ma perché? Non lo so.
Una cosa è certa: nessun altro gruppo di tifosi italiani si sogna di portare la propria bandiera regionale (sempre che tutti ne abbiano una, io una bandiera del Molise o della Basilicata non l’ho mai vista) ad una manifestazione sportiva internazionale in cui la Sardegna non è rappresentata ma l’Italia sì. Moltissimi sardi invece lo fanno, e nessuno di noi percepisce questa esibizione come forzata o senza senso. Almeno, non io.
Poi, un’altra cosa: avete notato altre bandiere “strane” ai bordi dei campi in cui si disputano le gare olimpiche? Cioè noi sardi siamo gli unici al mondo a portare la mostra bandiera regionale al posto di quella nazionale? Una cosa è certa: la nostra non è tra le bandiere ufficiali, eppure è sempre lì. Tifiamo l’Italia, ma con i quattro mori. Siamo gente normale?
Ora, non voglio addentrarmi in territori a me sconosciuti, io non so perché noi sardi andiamo alle Olimpiadi e ci portiamo la nostra bandiera appresso e la sventoliamo anche quando non ci sono nostro corregionali in campo. Capisco che non ha senso ma sento anche che è una scelta normale. Sento anche che questa enorme carica simbolica qualcosa vorrà pur dire, che non è folklore e non è neanche, in senso stretto, politica. Rappresenta invece un fortissimo senso di identità, un valore che dovremmo indagare meglio. E usarlo positivamente per uscire da questa crisi che non è solo economica, ma soprattutto di senso e di valori non più condivisi.

Vito Biolchini

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