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mercoledì 11 luglio 2012

A Portovesme è allarme radioattività. La denuncia di Sni, aMpI, Carlofortini Preoccupati e Associazione Adiquas




 Cagliari, 28 giugno – “Non solo i rifiuti speciali vengono fatti passare per materie prime ma dobbiamo vivere sotto una spada di Damocle radioattiva e consumare il nostro territorio disseminandolo di discariche speciali”. E’ quanto afferma Sni con un comunicato stampa seguito alla diffusione della notizia sulle sacche contaminate dal Cesio 137 e trasportate in un cargo arrivato dalla Grecia carico di fumi di acciaieria. Intanto a Portovesme è allarme radiottività. “Si tratta di un ulteriore episodio molto grave,” – commentano in una nota stampa unitaria a Manca pro s’Indipendentzia, i Carlofortini Preoccupati e l’ Associazione Adiquas – “ricordiamo, infatti, che per l’utilizzo dei fumi di acciaieria, nel ciclo produttivo della Portovesme S.r.l., era stata disposta, per poterli accogliere, una specifica deroga alla legge regionale, a patto di un rispetto rigoroso della normativa sui rifiuti speciali”.

Tuttavia, “tramite la Portovesme srl – spiega la nota di Sni – continuano ad arrivare in Sardegna migliaia di tonnellate di scorie altamente inquinanti e pericolose, con sospetto fondato anche di radioattività, costituite dai residui delle acciaierie del nord Italia e di mezza Europa”. Il pretesto? Estrarre da questi rifiuti piccole quantità di materiali utili. Un vero e proprio business dello smaltimento delle scorie tossiche, che lascia nel suolo sardo residui altamente nocivi alla salute e al territorio. aMpI, Carlofortini Preoccupati e Associazione Adiquas denunciano con forza l’inadeguatezza del regime dei controlli rispetto all’ingresso di tutti i rifiuti in Sardegna chiedendo “che nei porti siano presenti e funzionanti le migliori attrezzature ad alta tecnologia”: visto “il ripetersi dell’arrivo di materiali radioattivi chiediamo che vengano controllate le discariche che accolgono i rifiuti industriali, in particolare quella de S’Acqua e Sa Canna, quella di Genne Luas e della Carbosulcis e chiediamo anche che vengano controllati e analizzati il contenuto di tutti i camion che trasportano il materiale nelle discariche”.

 Per bloccare il disastro è necessario “fermare le discariche speciali” – rincara Bustianu Cumpostu coordinatore di Sardigna Natzione – il che “significa fermare il business politico-affaristico che sta consumando il nostro territorio. A cominciare da quella prospettata a Decimomannu, dobbiamo iniziare una lotta ferma e dura contro le discariche speciali […]. Le comunità locali devono rendere indisponibile il loro territorio allo smaltimento degli escrementi dei nuovi barones”.
S.P.


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