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giovedì 26 luglio 2012

La Spending Review cancella il sardo dalle scuole riducendole, aumenta la disoccupazione, attacca politicamente i Sardi


Su comitadu pro sa limba sarda protesta per l'eliminazione, con la "spending review", della lingua sarda come parametro per calcolare gli accorpamenti e l'occupazione nelle scuole della Sardegna.
La legge di stabilizzazione finanziaria 15 luglio 2011, n 111 e sue modificazioni stabiliva che:

" Alle istituzioni scolastiche autonome costitute con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a ditigenti scolastici con incarico in altre istituzioni scolastiche autonome.

Le scuole sarde godevano come base di calcolo del numero minimo di 400 alunni invece che 600 come tutte le altre scuole della Repubblica in ragione del fatto di appartenere a una minoranza linguistica tutelata dala Costituzione, dai trattati internazionali quali la Convenzione quadro delle minoranze nazionali e dalla Carta europea delle lingue minoritarie in corso di ratifica nel Parlamento, assieme alle altre lingue riconosciute dalla legge 482 che stabilisce il numero delle minoranze linguistiche nella Repubblica italiana.
Questo diritto civile e costituzionale ci dava la possibilità di ammortizzare  gli accorpamenti e riduzioni scolastiche adattandole alla nostra complessa e peculiare realtà geografica, delle infrastrutture, della distribuzione in una moltitudine di piccole comunità ognuna caratterizzata fortemente da elementi identitari e tutte appartenenti alla Nazione sarda distinta e differente da quella italiana per storia, lingua, cultura e aspirazioni all'autogoverno ed alla massima sovranità compatibile col federalismo europeo.
L'essere cittadini italiani di nazionalità sarda significa però l'esaltazione e valorrizzazione della specificità consistente nell'essere una minoranza linguistica con la propria lingua che sta percorrendo la strada che la porterà al bilinguismo perfetto, interrompendo e rovesciando la colonizzazione linguistica che ha tentato di cancellare la lingua sarda ed assimilarci a forza come una ultima colonia d'oltremare e non il suo contrario.

Invece con la Spending Review  l'articolo 14-spese del personale, comma 16,  corregge la legge di stabilizzazione finanziaria 15 luglio 2011, n.111  precisando che  " per aree geografiche caratterizzate da specificità linguistica si intendono quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera."

Su Comitadu pro sa limba sarda denuncia l'atto liberticida del Governo Monti e della sua maggioranza, che in maniera surrettizzia decide la cancellazione della lingua sarda e la sua discriminazione principalmente nei riguardi del francese e del tedesco delle regioni autonome del Nord contrabbandandola come "riduzione delle spese del personale" e penalizzandola con una massiccia riduzione di scuole e di occupazione.

Questa misura "tecnica" ha invece un grande e negativo valore politico che tutti i sardi devono valutare attentamente per prevedere ancora più pesanti attacchi futuri alla Sardegna , alla sua specificità autonomistica e al percorso intrapreso verso un Nuovo statuto di Sovranità e ridisegno del  rapporto politico ed istituzionale della Nazione sarda con l'Europa.

Su comitadu pro sa limba sarda ha già protestato per il tentativo di discriminare la lingua e la minoranza linguistica sarda nel corso della ratifica della Carta europea delle lingue, escludendola dalla parità di trattamento rispetto alle lingue della Val dìAosta e del Trentino-Alto Adige solo per le quali sono garantiti l'efettivo insegnamento nelle scuole, l'uso nei media e nei tribunali e nella vita di ogni giorno.

Sembra non finire mai l'attacco del Governo Monti e della sua maggioranza, sostenuta da quasi tutti i parlamentari "sardi" contro la lingua sarda e l'Autonomia speciale, come parte non di misure dettate dalla crisi economica ma da una volontà politica reazionaria e centralista, tipica del peggior colonialismo sabaudo e fascista per cancellare la pur tardiva e incompleta applicazione della Costituzione e lo Status di minoranza linguistica dei sardi.

In effetti è come se Monti godesse di poteri speciali per restaurarte il centralismo romano e bloccare l'autodeterminazione dei sardi iniziando dalla lingua, pietra d'angolo di ogni moderna e giusta rivendicazine di autodeterminazione politica e di istituzioni parlamentari sovrane per la Nazione sarda compatibili con i prossimi Stati Uniti d'Europa ai quali daglle origini dell'Autonomismo intende partecipare la Sardegna.

Su questi temi, fatte salve le rispettive sensibilità e particolari intendimenti, Su comitadu pro sa limba sarda invita le forze politiche, culturali, economiche sarde, ad iniziare dagli amministratori comunali, e terminando con i Presidenti del Consiglio Regionale e della Giunta, a prendere posizione e contrastare in ogni modo questo inaudito attacco al'Identità ed ai sogni di libertà dei sardi ( ma anche dei Friulani ), mobilitandosi e non escludendo il ricorso ad autorità internazionali che ristabiliscano i nostri giusti diritti linguistici e quindi politici a tutto tondo.
Mario Carboni

13 luglio 2012


TESTO ORIGINALE






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