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giovedì 26 luglio 2012

GALSI - Claudia Zuncheddu: "l’ennesima beffa ai danni della Sardegna"

pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno venerdì 13 luglio 2012 alle ore 12.47 ·
 



Il progetto Galsi è in bilico. L’ultima parola spetta al gruppo energetico algerino Sonatrach che ha fatto slittare ogni decisione a novembre. L’annuncio è arrivato ieri per voce di Abdelhamid Zerguine, presidente e direttore generale della società. Il numero uno della Sonatrach ha parlato di “contrasti ” che sarebbero nati sul costo da applicare al combustibile: per gli altri soci della Galsi spa andrebbe calcolato in base alle quotazioni del petrolio, ipotesi respinta dagli algerini. Che mandano l’ultimatum: «Possiamo impegnarci», afferma Zerguine, «se abbiamo dei contratti chiusi, la quantità del metano è lì. Non possiamo investire senza garanzie». Tradotto, saranno gli algerini a decidere se i 900 km di tubi carichi di metano si faranno: senza la Sonatrach il gasdotto rischia di rimanere solo sulla carta. Infatti il colosso algerino non solo ha la materia prima, il gpl, ma è in possesso del 41% delle quote della Spa Galsi, le altre sono spalmate tra Edison (20%), Enel (15%), Sfirs (11%, controllata dalla Regione Sardegna) e gruppo Hera (10%).

LA REGIONE CI CREDE ANCORA
«È la terza volta che il gruppo algerino fa retromarcia», attaccano gli indipendentisti di A Manca Pro s’Indipendentzia, «forse temendo ulteriori problemi legali che affosserebbero del tutto un gruppo già pesantemente inquisito». Di sicuro la regione Sardegna scommette, e molto, sulla realizzazione del mega impianto. Oltre ad essere proprietaria, tramite il braccio finanziario della Sfirs dell’ 11% delle azioni, ha stanziato 150 milioni nell’ultima finanziaria: per il 2012 sono sul piatto 38 milioni, altri 112 complessivi sono pronti per il 2013 ed il 2014. Non sono gli unici finanziamenti: tutta l’opera costerà intorno ai 4 miliardi di soldi pubblici. L’idea del grande metanodotto prende forma nel 2001 con l’accordo siglato tra Italia e Algeria. L’obiettivo era chiaro: metanizzare l’isola, dove ci sono molte industrie energivore, per far abbassare il prezzo del gpl, visto che quello sardo viene pagato a caro prezzo. Gli sconti sulla bolletta vengono stimati tra il 30 ed il 40% in meno, senza contare la possibilità di tutti i comuni di allacciarsi all’enorme tubo per utilizzare il gpl.

E se Pd e Pdl sono comunque d’accordo nel sostenere che il metanodotto sarà un vantaggio per l’isola, contro si schierano gli indipendentisti, appoggiati anche dai cittadini che hanno messo su un comitato. Troppe le zone d’ombra per gli oppositori, rispetto ai vantaggi, denunciate a chiare lettere anche dalla consigliera regionale Claudia Zuncheddu. Intanto l’esproprio di fette di terra sarda: 2000 ettari strappati saranno considerate servitù di passaggio, in pratica zone espropriate e pagate a prezzi più bassi. Non solo, i 600 km di tubi sottomarini rischiano di mettere in pericolo l’ambiente marino e come se non bastasse, è dubbia la possibilità di collegamento alla rete dei 38 comuni per la mancanza della progettazione degli allacci. Insomma, l’ennesima beffa ai danni della Sardegna, l’annuncio di Zerguine forse mette uno stop non di poco conto.
Francesca Ortalli

Da Sardegna Quotidiano del 13 luglio 2012

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