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venerdì 22 giugno 2012

QUIRRA: PRIMA UDIENDA, ASSENTE LA REGIONE, LO STATO ITALIANO DIFENDE I MILITARI MA NON I CITTADINI


pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno venerdì 22 giugno 2012 alle ore 0.37 ·



La folla radunata davanti al tribunale di Lanusei, il sipario giudiziario sul caso Quirra giunto alla prima udienza preliminare dopo un anno e mezzo di inchiesta e più di 10 di battaglie inascoltate, si apre con due grandi assenti: il ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna.

E prosegue con una grande domanda, sollevata in forma di eccezione procedurale, dal procuratore Domenico Fiordalisi: «Può lo Stato decidere di difendere i suoi uomini e non invece sè stesso?» E termina con una valanga di richieste di costituzione di parte civile che riempiono come un uovo l’aula al terzo piano del palazzo di giustizia ogliastrino. La carica dei 43. Sono 43, un numero davvero record. Ma sarà il gup Nicola Clivio a decidere il 18 luglio se accogliere tutte le richieste, dopo aver ascoltato cosa ne pensano anche gli avvocati dei venti indagati, ieri quasi tutti presenti: generali dell’Aeronautica, chimici dell’Sgs, ed ex sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura, accompagnato dalla moglie e assistito dal decano dei penalisti sardi Luigi Concas in forma smagliante. Mancano solo, tra gli imputati, i docenti universitari di Siena e il medico Pierluigi Cocco.

Nella pattuglia di 43 aspiranti parti civili c’è davvero di tutto. Dalla cooperativa che alleva api, ai cultori del miele, alla folta pattuglia di associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente, passando per l’Asl di Lanusei con l’avvocato Marcello Caddori, la Provincia di Cagliari con la presidente Angela Quaquero, la Coldiretti, Sardigna Natzione con Bustianu Cumpostu, i comuni di Villagrande, Villaputzu, Tertenia e Ulassai, i comitati di cittadini come lo storico “Gettiamo le basi” con Mariella Cao e gli amici di Su Giassu di Villaputzu con l’avvocato Gianfranco Sollai. Ma ci sono anche i familiari delle persone morte per tumore, quindici pastori di Perdasdefogu, assistiti dal legale Marco Pilia. E anche tre abitanti di San Vito, che presentano la richiesta di costituirsi parte civile in virtù di un certo “turbamento psicologico” che avrebbero registrato a causa della vicinanza del poligono.

Lo Stato difende solo i generali. Ma nel mezzo, prima di tutto, c’è una grande questione che dalla giurisprudenza si allarga fino ai temi dell’etica: può lo Stato decidere in un processo di difendere i suoi uomini e non se stesso, ovvero i cittadini? Per Fiordalisi non può e da questo punto, ieri mattina, parte il procuratore. Codice penale sul tavolo, poche altre carte attorno, uno stuolo di avvocati alle sue spalle, una folta rappresentanza di cittadini e associazioni che mormora in fondo alla sala. E tutt’intorno un ricco contorno di familiari, conoscenti, telecamere e microfoni giunti anche dalla Germania per vedere cosa succedeva nel caso Quirra. Sono le 11, dunque, quando in udienza partono le prime bordate. Il procuratore si alza e solleva la prima questione procedurale: c’è un’incompatibilità, afferma in sostanza e citando anche le norme più recenti, legata alla presenza dell’avvocatura dello Stato che difende i sei generali ed ex comandanti del poligono di Perdasdefogu.

In altre parole, c’è un conflitto di interessi perché lo Stato, attraverso la sua avvocatura, sta difendendo i suoi uomini, ma non lo Stato stesso, visto che ieri non ha presentato richiesta per costituirsi parte civile. Assenti ministero e Regione. Poco dopo, ma allargando il discorso, la stessa questione la solleva anche l’avvocato Agostinangelo Marras, che tutela come parte civile il comune di Villagrande con il sindaco Giuseppe Loi. «È preoccupante e significativo — dice — che i ministeri dell’Ambiente e della Difesa non si siano presentati, e che lo Stato abbia fatto una precisa scelta di campo preferendo difendere gli imputati piuttosto che lo Stato stesso.E' significativa anche l’assenza della Regione Sardegna».

Quest’ultima, in realtà, prima tramite un comunicato dell’Asl di Lanusei, firmato dal direttore generale Francesco Pintus, poi tramite i suoi portavoce, fa sapere che ha già pronte tutte le carte per costituirsi parte civile. Ma resta il fatto che ieri non c’era e che la sua assenza fa parecchio rumore. Il gup ascolta tutto e decide di prendersi mezz’ora di tempo per decidere sulla presunta incompatibilità dell’avvocatura dello Stato, ma poco dopo torna in aula e rigetta l’eccezione. Nessuna incompatibilità. L’incompatibilità non c’è, afferma, perché lo Stato non si è costituito parte civile. E l’avvocato dello Stato, Francesco Caput, che tutela i sei generali, gongola soddisfatto. «Nessuna incompatibilità», ripete, mentre il gruppetto di alti ufficiali dell’Aeronautica, Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi e Paolo Ricci, al suo fianco, lo ascolta con attenzione. Finisce la prima questione, dunque, e in udienza preliminare comincia la carica delle aspiranti parti civili. Il gup deciderà se accoglierle nelle prossime due udienze, il 18 e il 25 luglio. Entro l’estate, dunque, dovrebbe arrivare la decisione sul rinvio a giudizio.

Da La Nuova Sardegna del 21 giugno 2012

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