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giovedì 7 giugno 2012

Quirra, il poligono della morte non chiuderà

Il poligono militare sardo verrà bonificato, ma i test proseguiranno. E i soldi per la riqualificazione dell'area non ci sono

Scritto da il 1 giugno 2012 
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Il poligono militare di Salto di Quirra, in Sardegna, non chiuderà. Lo ha deciso la Commissione d’inchiesta parlamentare sull’uranio impoverito, che da vent’anni uccide di tumore ai polmoni i militari e i cittadini che lavorano e vivono nei pressi della base. Il relatore Scanu (Pdl) annuncia una “radicale riconversione, ben più di una grattatina del terreno”, per “tutelare i posti di lavoro della base”. Ma non si parla di scadenze o di cifre.
Quirra non s’ha da chiudere. A differenza di Capo Teulada e Capo Frasca, gli altri due poligoni militari del sud-est sardo, che “verranno smantellati”. La decisione della Commissione del Senato, presieduta da Giampiero Scanu (Pdl) , sarà anche storica, ma non è completa. Lasciare i poligoni in funzione, nelle stesse zone dove per vent’anni hanno macinato vittime e causato deformazioni a uomini e animali, significa nascondere il problema. La bonifica partirà, assicura Scanu, e sarà radicale: ma i soldi dovrà metterli lo Stato e la Regione, ed entrambe piangono miseria. Nessun vincolo temporale impegna il Governo a tirarli
fuori.
Tanto più che, lasciando in funzione il Salto di Quirra, l’inquinamento continuerà anche dopo la bonifica. I missili all’uranio impoverito continuano ad essere utilizzati nei test della base, e sulla relazione della Commissione non c’è alcun obbligo di interruzione di questi test. Nei prossimi anni, potremo tornare a vedere i caccia israeliani in volo sulla Sardegna, impegnati a testare i missili terra-aria all’uranio impoverito sull’isola. O forse prima, se altri paesi offriranno denaro a Roma per usufruire di un così comodo – e discreto – parco giochi militare.

http://www.dirittodicritica.com/2012/06/01/quirra-uranio-vittime-98112/

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