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venerdì 15 giugno 2012

EQUITALIA, incassi d’oro dai sardi

pubblicata da SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE il giorno mercoledì 13 giugno 2012 alle ore 0.17 ·



Pagare le tasse è un dovere ma riscuoterle è un vero affare per Equitalia. E la situazione è stata amplificata dal decreto “salva Italia” che ha sostituito l’aggio con un rimborso dei costi fissi che risultano dal bilancio certificato; (Equitalia è una società per azioni). Ed è qui che nasce il problema: più la struttura è grande, più sarà destinata a incassare. Capita così che nemmeno il pagamento dei tributi sia uniformato nelle diverse regioni del Paese.

I sardi, ad esempio, sono inseriti in una delle tre “aziende”: Equitalia centro. Da uno studio effettuato dal presidente della commissione Autonomia del Consiglio regionale, Paolo Maninchedda, il costo totale degli organismi è di 3,5 milioni.

«Ogni amministratore delegato costa intorno ai 250 mila euro e ogni direttore generale duecentomila», afferma Maninchedda, «e tra l’altro risulta che un amministratore e un direttore siano stati reclutati tra i dirigenti in pensione e quindi altri dirigenti sono a spasso». E pesano sul bilancio, così come i consulenti. Il riflesso sulla Sardegna è particolarmente penalizzante perché Equitalia centro, alla fine, pratica condizioni davvero peggiorative rispetto a quelle di Equitalia nord e di Equitalia sud.

Accade che i contribuenti delle regiioni controllate da Equitalia centro siano sommersi da solleciti di pagamento per cartelle notificate nel 2000 e recanti trbibuti e sanzioni che risalgono addirittura al 1994. Tutte azioni che dovrebbero essere prescritte e che, invece, non solo portano il contribuente a pagare ma trasformano importi minimi in cifre importanti. Trattamento diverso nel Mezzogiorno d’Italia: Equitalia sud non torna indietro nelle sanzioni sino alla fine dlela prima repubblica ma si ferma al 2006.

Al Nord, Equitalia non ricorre nemmeno ai solleciti; (eppure anche se la situazione economica è migliore anche nelle regioni settentrionali c’è un discreto livello di pagamenti arretrati). Non è tutto. Spiega Maninchedda: «Ci sono regioni che applicano la normativa sulla cessione volontaria degli immobili ipotecati da Equitalia ed altre che non la applicano, ovvero ogni regione, se non ogni provincia, applica diversamente o addirittura non applica per niente le nuove norme sulla riprogrammazione delle rateazioni».

«C’è più di un motivo per chiedere l’immediata chiusura delle tre società», afferma Paolo Maninchedda, «facendo confluire il coordinamento su un unico soggetto lasciando il governo del territorio alle direzioni regionali e provinciali così come avviene per l’Inps e per l’Agenzia delle entrate».
Ma attenzione: tutto questo deve avvenire al più presto: prima che il territorio sia ulteriormente lacerato.

Da La Nuova sardegna dell' 11 giugno 2012

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