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venerdì 11 maggio 2012

La visione indipendentista di A Manca

Dialogando con Cristiano Sabino sul progetto di indipendenza della Sardegna

Una lunga chiacchierata con Cristiano Sabino sui temi attuali dell’indipendenza sarda. Il portavoce nazionale di A Manca Pro S’Indipendentzia ci espone la sua visione delle cose, per un indipendentismo moderno, un’economia basata sulle potenzialità della nostra isola, al di fuori di ogni colonialismo economico e culturale.

Cristiano è stato il primo a rispondere alla nostra chiamata. Làcanas infatti vuole accendere un dibattito, aperto al contributo di tutti, intorno alle tematiche dell’indipendentismo, che ormai non è più una “fissa” di pochi patrioti, ma un’ambizione condivisa da un numero sempre crescente di sardi.

Secondo un recente sondaggio il 40 % dei Sardi vuole l’indipendenza, il 10% di loro vuole uscire addirittura dall’Unione Europea. In ogni caso, la stragrande maggioranza dei Sardi si sente prima sardo che italiano. Cosa ne pensi?

Che è la scoperta dell’acqua calda. Nei momenti di crisi strutturale i Sardi, specialmente le compagini popolari, hanno sempre tirato fuori un forte sentimento di appartenenza nazionale. È successo a fine Settecento con la “sarda rivoluzione”, si è ripetuto spesso nel corso dell’’800 in reazione alle politiche dei Savoia che strangolavano l’export sardo e la vita delle campagne ed è emerso come imponente dato politico con l’affermarsi del movimento combattentistico poi confluito nel sardismo nel primo dopoguerra. L’italianità dei Sardi è una crosta molto sottile che spesso ha coinciso con la speranza in una integrazione e in una modernità che però si è rivelata sempre patrigna.

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