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mercoledì 23 maggio 2012

DA ANNI SEGNALIAMO CHE IL COLONIALISMO AVANZA ...

Mercoledì 16 Maggio 2012 

S'arvure de su dinari de Pinocchio!


L’albero dei soldi di Pinocchio.
Apprendiamo dai giornali che è stato svelato il grande mistero dei problemi dell’agricoltura sarda. Da circa un decennio a Manca pro s’Indipendentzia si sgola per urlare ai quattro venti che i nostri settori primari sono sotto un attacco frontale del colonialismo, ma tutti sono sordi. Finalmente qualcuno ha deciso, se non proprio di togliersi i tappi dalle orecchie e starci a sentire, almeno di togliersi i tricolori dagli occhi e guardarsi un po’ attorno. Si scopre così che in maniera ipocritamente “inaspettata” l’agricoltura sarda è sull’orlo del baratro più profondo, a causa di un’assistenzialismo indotto e forzato che la sta devastando completamente. L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) e la sua succursale in Regione (ARGEA) annunciano trionfalmente di aver elargito, nel corso del 2011, la bellezza di 328 milioni di euro per il sostegno all’agricoltura. Il giornalista ci informa che l’Argea si vanta di aver erogato da sola nello stesso anno ben 227 milioni sui 328 complessivi, sottolineando come però la crisi negli ultimi 10 anni abbia mandato in fallimento trentamila aziende agricole su novantamila. Ci fa notare, giustamente, che l’economia verde sul PIL sardo ha avuto dal 2008 una perdita di circa 400 milioni, mentre il Consiglio regionale dal 2010 ad oggi abbia varato due sole leggi in sostegno di latte, uva pane e pecorino sardi. Insomma cifre da colonia belle e buone, senza girarci tanto intorno. Per rincarare la dose, il giornalista sottolinea come dal Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 siano stati elargiti appena 35 milioni per incentivare la competitività delle aziende, mentre per indennità e sostegno siano stati dati ben 138 milioni. Continua poi ricordando come i 19 milioni erogati dalla legge Prato all’indomani delle battaglie per il latte, il cosiddetto “de minimis”, siano già prosciugati da tempo lasciando assolutamente intatta la situazione iniziale. Tagliamo corto segnalando che il nostro bravo giornalista definisce questa come una situazione negativa e di palese assistenzialismo.
Chiaramente la redazione del suo giornale non gli avrebbe mai permesso di dire quello che invece più giustamente diciamo noi, ovvero che l’assistenzialismo è il nerbo del colonialismo!
Ragion per cui questa situazione non è una fatalità o una questione di malaffare: è la scientifica, voluta, indotta, guidata pratica di annientamento dell’economia sarda. Da anni segnaliamo che il colonialismo avanza, che vogliono trasformare i produttori agricoli in mendicanti che devono aspettare l’elemosina italiana, e i fatti purtroppo ci danno puntualmente ragione. A differenza di una gran parte degli agricoltori che credono ancora che l’Italia li salverà.
Non c’è bisogno in questo frangente di dilungarci più di tanto argomentando cose che mille volte abbiamo già detto e ridetto, però ci teniamo a mettere in evidenza dei punti, affinchè tutti possano riflettere e capire il perché delle nostre posizioni:
Ci chiudono i porti commerciali, pagano il latte oggi al prezzo che aveva nel 1980, aumentano i prezzi dei mangimi, aumentano i prezzi dei concimi, compaiono ovunque pestilenze (febbre del nilo equina, peste suina, lingua blu ovina, ecc. ecc.) e mai che salti fuori chi le ha introdotte in Sardigna. Bloccano le esportazioni di carne fuori dall’isola, aprono i porti dell’isola all’ingresso di animali anche non controllati (vedi il caso della scoperta delle capre con la brucellosi arrivate dalla Spagna), permettono l’invasione del mercato sardo con bestie di qualità scadente ma dal prezzo altamente concorrenziale, permettono l’invasione dei mercati sardi da parte dei prodotti ortofrutticoli di mezzo mondo, costruiscono ovunque centri commerciali che vendono carne e prodotti ortofrutticoli a prezzi stracciati….
Secondo voi dove vogliono arrivare?


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