I missili Milan, sospettati di aver rilasciato torio
radioattivo nel Salto di Quirra, sono stato prodotti dalla società
Mbda, controllata da Finmeccanica. Qui comincia un gioco di
scatole cinesi che la Procura di Lanusei è convinta di aver risolto,
facendo luce su quel che è accaduto fin dagli anni 50 nel poligono tra Perdasdefogu e Villaputzu.
Perché la stessa Finmeccanica ingloba la Oto Melara, azienda che
produce armi testate a Quirra, e fa parte di un consorzio con Fiat
Iveco. Si tratta dei maggiori clienti privati del poligono. Prima hanno affittato a cifre altissime (anche 50 mila euro all'ora)
l'area militare per far provare le armi agli eserciti di mezzo mondo
(compreso quello libico di Gheddafi). Adesso sono sospettati di aver
inquinato quel meraviglioso angolo di paradiso, di aver provocato un
disastro ambientale nei suoli, nell'aria e nelle acque e di aver favorito l'insorgenza di tumori in 169 abitanti della zona (pastori, militari e semplici residenti)
I CONTROLLI Quando la Nato, su incarico del Ministero della Difesa, nel 2009 ha scelto le aziende alle quali affidare il controllo ambientale del poligono, alla ricerca di eventuali tracce di sostanze radioattive e nocive, uno dei lotti delle indagini è stato affidato alla Sgs. È una multinazionale che ha sedi in mezza Europa, comprese Olanda, Svizzera e Torino.
Il presidente? Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat. Nel consiglio d'amministrazione anche John Elkann, rampollo delle famiglia Agnelli che controlla il 15 per cento della Sgs.
GLI INDAGATI Questo circolo vizioso, secondo il Procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, avrebbe in qualche modo spinto due chimici della Sgs,
Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani (indagati per falso), a
certificare che nel Salto di Quirra la presenza di sostanze altamente
inquinanti non si poteva attribuire alle attività svolte al poligono.
Tesi
non supportata da un'analisi del fondo naturale dei suoli da usare
come metro di paragone. Seguono poi altre osservazioni al lavoro
formati dei due chimici torinesi.
Un esempio:
avrebbero affidato delicate analisi destinate a scoprire un eventuale
inquinamento compiuto da militari ai laboratori chimici
dell'Aeronautica di Pratica di Mare. Inoltre, «la limitazione
di sensibilità degli apparecchi utilizzati poi per la ricerca di
uranio impoverito nei campioni prelevati a Quirra», secondo i
consulenti della Procura, era «fino a mille volte oltre quella
necessaria per rilevare la presenza di uranio depleto», dice il fisico
Evandro Lodi Rizzini, lo stesso che ha trovato torio nelle salme dei
pastori riesumate a Perdasdefogu e Villaputzu.
I CONTROLLI Ma
in generale tutte le analisi della Sgs, secondo Fiordalisi, erano
all'acqua di rosa: per il controllo ambientale di un'area di 7
chilometri quadrati sono stati analizzati solo sette lombrichi (erano
stati prelevati 56 vermi per chilometro quadrato in Kosovo, come scritto
in diverse riviste scientifiche). Nessuna valutazione poi sulle
quantità di torio ritrovate negli stessi lombrichi, nei funghi e nel
suolo di determinate zone del poligono.
Per completare
l'intreccio di società con sede a Quirra, nell'inchiesta della Procura
di Lanusei compare anche la Vitrociset, del gruppo Selex, controllata
di Finmeccanica.
La Vitrociset appartiene a Edoarda Vesel, vedova di Camillo
Crociani, ex presidente di Finmeccanica condannato nel 1975 a due anni
e quattro mesi per le tangenti dello scandalo Lockeed (miliardi
di lire versati per oliare l'acquisto degli aerei Hercules C130) e
morto in Messico nel 1980. La Vitrociset ha l'appalto dei controlli
radar della Difesa e una sede con circa 130 dipendenti anche a Quirra.
Paolo Carta
Da L'Unione Sarda del 21 aprile 2012
SARDEGNA UNITA E INDIPENDENTE - FACEBOOK
Nessun commento:
Posta un commento