Si ritorna a parlare del Galsi. A organizzare il dibattito
sulla metanizzazione dell'Isola sono stati Sardegna Democratica,
Rossomori, Italia dei Valori, La Sinistra, Circolo Lussu di SEL, che
esprimono posizioni sostanzialmente favorevoli alla realizzazione del
progetto. Di gas in Sardegna si parla infatti fin dagli anni
Ottanta.Ora il sogno, o l'utopia, della reale diversificazione delle
fonti del fabbisogno energetico sembra agli organizzatori del convegno -
coordinato dal direttore della «Nuova» Paolo Catella - a un passo
dall'essere raggiunto.
Per Giampaolo Diana, capogruppo
del PD in Consiglio Regionale, il metanodotto «s'ha da fare», dato che
la sua assenza rappresenta una forte diseconomia. Gesuino Muledda di
Rossomori e l'ex Presidente della Regione Renato Soru vedono nel
metanodotto una scelta fortemente voluta e non subita.
Esprime invece una posizione di riflessione Vincenzo Pillai di Rifondazione Comunista.
Ma è nell'esposizione delle criticità del progetto che il dibattito si accende. A dare fuoco alle polveri è Sergio Diana, del blog «Pro Sardegna, NoGasdotto»,
che chiede conto del costo di collegamento del Galsi alle reti
cittadine che secondo quanto sostiene sarà di quattro miliardi di euro.
Una cifra enorme e senza copertura. Diana prosegue chiedendo conto
dell'impatto ambientale dell'opera per la quale sono previste fasce di
rispetto da 40 fino a 100 metri.
Ne ha per tutti Diana, e
contesta la relazione dell'esperto di combustibili Lorenzo Mocci,
sostenendo che sia fatta su un progetto vecchio e quindi inutile. La
VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale, a suo avviso è stata
affrettata attraverso la procedura d'urgenza e per ciò che concerne la
posidonia oceanica - indispensabile all'ecosistema marino - ci si è
accorti che non era stato richiesto l'ulteriore parere necessario in
quanto protetta.
Infine, riguardo al coinvolgimento obbligatorio delle popolazioni in questo tipo di decisioni, Diana
afferma che mai sono state convocate riunioni al Comune di San
Giovanni Suergiu, sottolineando che invece la Galsi sponsorizza la
locale squadra di calcio. Per tutti questi motivi Diana, ritenendo che sussistano gli estremi di omissione d'atti d'ufficio sostiene che la battaglia contro il Galsi proseguirà in tribunale. Le repliche sono state tutte di segno opposto.
Da La Nuova Sardegna del 21 aprile 2012
Tratto da NoGalsi Cagliari
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